Non sa per nulla cosa vuol dire morire, tantomeno ha coscienza di quel cambiare aria ai polmoni definito ‘vita’. È probabilmente ora di mangiare: sente una sensazione di disagio ma non sa ancora chiamarla fame. Esce dalla grotta e corre nel bosco, perdendosi in una fitta teoria d’alberi: mentre si guarda attorno qualche piccolo animale lo punge, pochi passi dopo è costretto a fermarsi. S’accascia.
*
Lei lo raggiunge molto più tardi, per niente allarmata, quando la Grande Luce s’è spenta e riaccesa più volte. Lo trova: lo tocca e lo scuote più volte perché si svegli. Ma lui non si sveglia, e non si muove. Lei torna alla grotta, sapendo che lui è là, in fondo al bosco, immobile, in una fitta teoria d’alberi.
Il ciclo di Wilson in una fitta teoria d’alberi
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